Cos’è e di cosa si occupa la Psicologia dell’Età Evolutiva?
È quel settore della psicologia che si occupa del processo di sviluppo legato alla crescita fisica e psicologica dell’individuo nel suo ambiente sociale e nel periodo di vita che va dalla nascita fino all’età della maturazione sessuale. In questa fase la personalità di ognuno di noi acquisisce, tramite processi cognitivi ed emotivi, via via maggiore autonomia/maturazione personale e sociale.
Questo processo viene convenzionalmente suddiviso in cinque fasi, seppure ognuna di esse può essere individualmente sperimentata ad età diverse:
- La prima infanzia (da 0 a 2 anni)
- Gli anni del gioco/Seconda infanzia (da 2 a 6 anni)
- Gli anni della scuola/Fanciullezza (dai 6 ai 10 anni)
- La pre-adolescenza (dai 10 ai 13 anni)
- L’adolescenza (dai 13 in poi)
Tutte queste fasi implicano il superamento di determinati compiti evolutivi che, a loro volta, determinano periodi di crisi fisiologici e finalizzati al raggiungimento di un adattamento tra la propria visione del mondo e la sempre maggiore complessità della vita interiore.
In riferimento a tale visione, la Psicologia dell’Età Evolutiva si pone il fine di:
- misurare la disfunzione,
- identificare il problema
- focalizzare l’obiettivo.
Più precisamente si indaga circa la presenza del “sintomo”, inteso come una manifestazione emotiva e comportamentale del bambino, che assume un significato all’interno di quella particolare relazione di attaccamento-accudimento, inserita in un contesto familiare, sociale e culturale specifico. Il più delle volte è una modalità in divenire che è volta al mantenimento di un’adeguata stabilità e coerenza del senso del sé e della percezione della realtà che il bambino è in grado di elaborare nel rapporto con le figure di riferimento. Dunque, tale modalità va compresa e accolta affinché costituisca una mappa attraverso la quale orientarsi in un viaggio volto a promuovere il benessere emotivo e psicologico del bambino, nella sua unicità.